Morello (AIOP): “Il diritto alla salute include la libertà di scelta. Serve un confronto serio sulla mobilità sanitaria”

Morello (AIOP): “Il diritto alla salute include la libertà di scelta. Serve un confronto serio sulla mobilità sanitaria”

«La Costituzione italiana – ricorda Vittorio Morello, presidente di AIOP Veneto – garantisce il diritto alla salute (art. 32) e la libertà di circolazione dei cittadini sul territorio nazionale (art. 16). Due principi che, letti insieme, sanciscono anche la libertà di scelta terapeutica: un diritto fondamentale che non può essere limitato da logiche amministrative o di bilancio.»

Morello interviene nel dibattito sulla cosiddetta mobilità sanitaria, un fenomeno che negli anni si è ampliato di pari passo con l’evoluzione tecnologica e la specializzazione clinica, concentrata in particolare in alcune aree del Nord Italia. «I pazienti – spiega – si spostano per cercare le cure migliori, e questo riguarda tanto l’alta complessità quanto le prestazioni più vicine alla vita quotidiana. Esiste anche una mobilità di prossimità, tra regioni confinanti, che risponde a esigenze di continuità e fiducia nel sistema.»

Negli ultimi anni, il percorso intrapreso dai governi nazionali è stato quello di favorire accordi interregionali, regolando la mobilità con criteri più chiari: «Il governo vuole porre limiti elastici sulla bassa complessità, ma l’alta complessità – sottolinea Morello – deve rimanere libera, perché la qualità e la tempestività delle cure non possono essere vincolate dai confini amministrativi. La salute è un diritto universale, non una concessione regionale.»

Sul recente allarme lanciato dall’Emilia-Romagna – storicamente tra le regioni più attrattive insieme alla Lombardia – Morello osserva: «Dietro il richiamo al contenimento della mobilità si nasconde un tema più profondo: le regole di compensazione economica tra le regioni non sono più adeguate a coprire i costi effettivi della produzione sanitaria. Le tariffe sono ferme da anni e stanno generando disavanzi strutturali. Ma la soluzione non può essere quella di colpire la sanità accreditata, che opera con le stesse regole del pubblico, come prevede il D.Lgs. 502/92.»

Da qui l’appello al Veneto: «La nostra regione può e deve farsi promotrice di un confronto serio e costruttivo, riportando il tema sui giusti binari. Il Veneto ha la credibilità e la competenza per proporre una governance della mobilità sanitaria equilibrata, rispettosa dei diritti dei cittadini e sostenibile per tutti gli attori del sistema. Serve una guida politica capace di evitare derive populiste e scorciatoie facili: i sistemi complessi si governano con visione, non con slogan.»