Le Nuove tariffe del servizio sanitario nazionale mettono a rischio le strutture private
Di Giuseppe Puntin, Presidente Aiop Veneto
La data del 28 gennaio rappresenta un vero e proprio spartiacque per il comparto sanitario accreditato.
A fine mese il Tar si pronuncerà in maniera definitiva rispetto alla revoca che sospendeva il nuovo tariffario nazionale del SSN.
Se dovesse arrivare il via libera le nostre strutture si troverebbero in grande difficoltà perché da troppo tempo i costi di produzione non trovano copertura nelle tariffe corrisposte e continuare a produrre sotto i costi reali porterebbe al dissesto molte realtà che in Veneto garantiscono un servizio puntuale, di grande qualità ed efficiente.
Rispetto alle prestazioni erogate il settore privato accreditato nella nostra Regione copre infatti oltre il 20% di tutti i ricoveri effettuati e più del 25% delle prestazioni ambulatoriali, con settori in cui supera il 50%.
Il tariffario nazionale approvato prevede una significativa riduzione di molte tariffe rispetto a quelle attualmente in vigore, rimaste invariate per oltre dieci anni.
Tuttavia, considerando l'aumento dei costi causato, tra l'altro, dall'inflazione, dalla crisi energetica e da altre particolari contingenze, una simile riduzione appare insostenibile.
Per questo il nuovo decreto sulle tariffe ambulatoriali viola i principi di equità e di buon andamento della pubblica amministrazione perché, non volendo corrispondere il giusto riconoscimento dei costi di produzione sostenuti, dimostra di non conoscere le spese per ogni unità di servizio prodotto e contestualmente priva il sistema sanitario di tante prestazioni che saranno invece erogate in regime di solvenza.
Come ben comprensibile le risorse non sono infinite ma condizionate da norme severe di finanza pubblica, in questo contesto ci troviamo ad operare in condizioni completamente diverse rispetto al pubblico pur dovendo rispondere alle medesime logiche e dare le stesse risposte.
Il risultato dunque non si ottiene riducendo già tariffe molto basse ma al contrario è necessario intervenire sugli sprechi e le inefficienze
Alla politica nazionale chiediamo coerenza, maggiore equità e più rispetto dei bisogni della gente, specialmente la più fragile, oltre naturalmente alla possibilità di confrontarsi rispetto all'adeguamento delle tariffe ai nuovi costi richiesti per l'erogazione delle prestazioni sanitarie.
Recentemente abbiamo lanciato una campagna di comunicazione denominata "Siamo dalla stessa parte" per ribadire ai cittadini che gli stessi possono rivolgersi al privato accreditato liberamente e con gli stessi oneri rispetto ai quali accedono al pubblico.
Ora però siamo prossimi a un punto di non ritorno e chiediamo con forza di essere messi nelle stesse condizioni di chi opera nel comparto pubblico.
Riteniamo sia necessario far capire le nostre difficoltà rispetto alla possibilità di continuare ad erogare le prestazioni richieste oltre i budget che ci sono imposti.
A rischio infatti non ci sono solo le prestazioni ma anche il futuro e le certezze delle migliaia di professionisti sanitari