La nostra sanità e il ruolo delle strutture private accreditate

L’intervento. In veneto abbiamo sempre operato in misura responsabile collaborando con il pubblico e facendoci carico delle difficoltà. Ma ora servono risorse ed una revisione profonda. INTERVISTA DEL CORRIERE DEL VENETO AL PRESIDENTE AIOP VENETO GIUSEPPE PUNTIN

La nostra sanità e il ruolo delle strutture private accreditate

Il rapporto tra sanità pubblica e sanità privata è un tema al centro dei dibattiti che spesso si esprimono, con carattere polemico e di contrapposizione ideologica, alimentando confusione agli occhi dei cittadini rispetto al reale ruolo delle diverse componenti del sistema sanitario.

Il nostro Sistema Sanitario Nazionale, infatti, è composto da strutture pubbliche e strutture private “accreditate” che, congiuntamente, concorrono a fornire l’assistenza sanitaria pubblica, secondo principi di universalità, equità di accesso e libertà di scelta del luogo di cura.

A livello nazionale le strutture ospedaliere “accreditate” rappresentano poco meno del 30% dei posti letto del servizio sanitario e forniscono un importante contributo al sistema considerato che con il 12% delle risorse del Fondo ospedaliero danno assistenza al 26% dei pazienti ricoverati.

Nella regione Veneto, la consistenza degli ospedali privati “accreditati” è sicuramente modesta, pari a circa il 16,5% dei posti letto, con una presenza di circa la metà di quella nazionale. Ciononostante, con il 10% delle risorse del fondo ospedaliero regionale effettuano oltre il 20% dei ricoveri.

Un altro dato importante che rappresenta la qualità delle cure erogate dalle istituzioni ospedaliere private “accreditate” è dato dal fatto che i cittadini di altre regioni scelgono le nostre strutture per curarsi. Nella nostra regione, infatti, gli ospedali accreditati attraggono oltre il 50% dell’intera mobilità attiva regionale, contribuendo in maniera determinante a mantenere positivo il saldo di mobilità sanitaria.

Poste queste premesse, preme ancora precisare che le prestazioni erogate dalle strutture private accreditate sono esclusivamente quelle stabilite dalla programmazione sanitaria regionale che vengono pagate alla struttura sanitaria erogante con una specifica tariffa e con un limite massimo di spesa, operando la stessa con prestabiliti limiti invalicabili. Al contrario invece gli ospedali pubblici sono finanziati in toto per i costi sostenuti.

Ebbene, a riguardo, è doveroso ricordare come a livello nazionale l’attività degli ospedali accreditati è bloccata per legge ai livelli di spesa del 2011, e nella nostra regione è ferma ai livelli del 2005, salvo per le risorse destinate al recupero delle prestazioni e per specifiche attività oncologiche. Il che sta a significare che, una volta terminato il budget destinato alla singola struttura sanitaria accreditata, la stessa non potrà più erogare ulteriori prestazioni per conto del sistema sanitario.

Nel corso degli ultimi anni lo Stato ha destinato sempre meno risorse al settore sanitario, bloccando il comparto privato accreditato ai valori dei budget fissati più di dieci anni fa, ma contestualmente sono aumentati i bisogni sanitari tipici di una società sempre più anziana e altresì moderna ed evoluta che ricerca le migliori cure sanitarie.

Tali fattori hanno portato inevitabilmente il Sistema Sanitario in sofferenza. I cittadini, non trovando più le risposte di assistenza sanitaria di cui hanno bisogno nel sistema sanitario nazionale vanno a cercarle dove le trovano, e quindi nel privato puro a pagamento.

Per queste ragioni, la sanità privata “pura”, cioè ambulatori e cliniche “non convenzionate” con le ULSS hanno progressivamente ampliato la propria attività e sono destinanti ad aumentare sempre di più. E per una famiglia monoreddito, per un anziano indigente o per un soggetto afflitto da poli patologie questo diventerà sempre più un grosso problema.

Un conto, dunque, è il ruolo della sanità privata non convenzionata con le ULSS che opera legittimamente in un regime liberistico al di fuori del Servizio Sanitario Nazionale, altro è invece il ruolo della sanità privata convenzionata che opera in nome e per conto del SSN. Questo elemento nel dibattito pubblico dovrebbe essere ben chiaro e tenuto in grande considerazione.

Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è infatti pubblico perché grazie alla fiscalità generale lo Stato garantisce accesso alle cure in egual misura a tutti i cittadini attraverso le istituzioni di diritto pubblico e quelle di diritto privato accreditato.

Gli ospedali privati accreditati con il Servizio Sanitario operano in un contesto regolamentato dalla programmazione regionale. È il Consiglio Regionale che sulla base dell’evolversi dei bisogni sanitari della popolazione stabilisce il ruolo e l’attività dei singoli ospedali, la cui attività erogata è costantemente controllata sulla qualità e l’appropriatezza dall’ULSS.

Nella regione Veneto l’ospedalità privata accreditata ha sempre cercato di operare in misura responsabile collaborando con le istituzioni pubbliche e facendosi carico delle difficoltà. È tuttavia ora inderogabile rivedere le disposizioni che regolamentano i finanziamenti per la copertura dei bisogni di cura dei nostri cittadini.

E’ oggi più che mai necessaria una revisione profonda non tanto dei principi di universalità e solidarietà che hanno ispirato il nostro sistema sanitario nazionale ma dei criteri di organizzazione e gestione del sistema sanitario sulla scorta di una domanda crescente di salute rispetto a risorse finanziarie sempre meno adeguate.