Siamo anche noi sanità pubblica ma non arrivano i soldi stanziati
Morello: Non chiediamo un euro in più di quelli previsti dalla legge e solo per offrire ricoveri e cure a chi non le ottiene dalle Ulss
"Anche noi siamo sanità pubblica"dove paghi solo il ticket. Vittorio Morello presidente dell'Aiop Veneto che riunisce 34 strutture ospedaliere e per anziani in Veneto e da lavoro a 8 mila, persone usa toni paccati ma dice la sua su un dibattito - "quello sulla privatizzazione della sanità" - che anima la campagna elettorale. "Rispetto a slogan facili la realtà è che esiste il Servizio Sanitario Nazionale che noi tutti otteniamo pagando le tasse, 136 miliardi in Italia quest'anno comprende attività e servizi che vengono assicurati ai cittadini da ospedali pubblici, privati accreditati, poliambulatori pubblici e privati medici di base, che sono privati e convenzionati così come pediatri e le farmacie.
Questa è la "sanità pubblica" di cui anche noi facciamo parte. In Veneto concorriamo per il 20% del totale. Il resto è la "sanità a pagamento" che in Italia vale 43 miliardi che gli Italiani devono tirare fuori di di tasca propria e ci sono anche prestazioni che sarebbero previste da i LEA ma vengono erogate a pagamento anche negli ospedali pubblici e in strutture private accreditate o solo autorizzate.
Dal 2011 lo Stato italiano con le leggi Monti aveva bloccato il budget per i privati accreditati, il governo Meloni l'ha sbloccato l'anno scorso e quest'anno col 3,5% ci sono 28 milioni spendibili in Veneto. La regione dice di averli già messi sul tavolo "ma la verità - dice Morello - è che li ha assegnati in parte per progetti specifici (pronto soccorso e altro) e i 22 milioni restanti li ha dati alle ULSS che in modo spot hanno acquistato solo prestazioni di ambulatorio e finora solo per meno della metà della cifra senza nessuna programmazione. E' un dato negativo, perché le nostre aziende devono sapere le risorse su cui poter contare per programmare i contratti per il personale, acquisti di macchinari. Non solo: tutti guardano le liste d'attesa ma una volta fatte le visite poi in percentuale emerge la necessità di un ricovero, di cure oncologiche e di chirurgia e così via e le liste di attesa si creano anche lì, solo che non lo vengono rese note tanto che ci sono interventi per i pazienti che vengono rinviati sine die. Aiop quindi, sottolinea Morello "non vuole esprimere di senso ma essere costruttiva. Vogliamo aiutare la regione a utilizzare al meglio le risorse per dare ai cittadini le risposte che cercano". Anche perché ci sono dati allarmanti. Il Veneto ha solo 0.4 posti letto di riabilitazione ogni 1000 abitanti e ce ne vorrebbero quasi il doppio. In più l'anno scorso è calata l'attrazione di pazienti da fuori regione. Ci sono state "fughe" di pazienti verso le due regioni vicine.
"Sono segnali preoccupanti". Eppure la sanità veneta chiude i conti in utile, a differenza anche di altre regioni big del nord che ora sono in deficit sanitario. "Ha fatto bene la regione Veneto a tenere i conti in ordine ma un criterio di finanza pubblica dice che i soldi vanno spesi tutti per trasformare i servizi per i cittadini. Le notizie sulla liste d'attesa indicano che le risorse disponibili vanno date a chi può dare risposte. Non chiediamo un euro in più solo quello che c'è stato destinato"